La Potenza di una canna da pesca

la potenza è una grandezza fisica che misura la capacità di erogare energia (es. lavoro meccanico) nella unità di tempo. Il meccanismo di erogazione della potenza di una canna da pesca è complesso in quanto basato su un ciclo di accumulo di energia (potenziale) elastica  mediante deformazione seguita da parziale restituzione della stessa sotto forma di energia cinetica che si manifesta col sollevamento di un peso ad una certa velocità (la pompata o comunque la risposta a canna ferma alle testate del pesce).

Spiral Wrapping

Il montaggio degli anelli a spirale                      

Il montaggio degli anelli a spirale (spiral wrapping o acid rod) nasce principalmente con lo scopo di evitare la torsione del fusto che nelle canne montate da rotante (casting) è indotta dalla posizione degli anelli montati sopra il fusto (blank). Infatti, con gli anelli montati sopra, è sufficiente una piccola trazione laterale del filo ad indurre la torsione del fusto. Un fusto di canna da pesca deve principalmente lavorare a flessione, non dovrebbe essere, e generalmente non è, costruito e progettato per resistere a torsione; il diametro eccessivo di certi fusti da tonno, specialmente vicino alla punta, spesso è dovuto proprio alla necessità di resistere alla torsione indotta dalle carrucole o dagli anelli montati sul dorso. Con il montaggio a spirale si porta il filo sotto il fusto, che nella parte terminale, quella più flessibile e delicata, lavora come in una canna montata da spinning. In questo modo è eliminata la torsione indotta dagli anelli, l’unica torsione chepermane è quella normale, molto limitata, dovuta alle eventuali trazioni laterali del filo. Con il filo sotto non esiste più il problema del filo stesso che tende a toccare il fusto quando la canna si piega; questo porta all’impiego di un numero di anelli inferiore, specie nella parte vicino alla punta; questo fatto riduce l’effetto negativo degli anelli sulla libertà di flessione del fusto, che quindi lavora meglio. Se a parità di curva della canna si analizza il percorso del filo, si vede che questo compie nel complesso un percorso tale per cui l’angolo di incidenza su ciascun anello è più favorevole sia rispetto alla soluzione casting con anelli tutti sul dorso che in quella spinning con anelli tutti sotto. L’eliminazione della componente di torsione sul fusto, grazie al montaggio a spirale, consente di progettare fusti anche molto potenti, fusti unlimited, con sezioni, specialmente in vetta, sottili, con un notevole risparmio di peso complessivo utilissimo a drifting in standup, ma soprattutto nella traina col vivo spesso praticata con canna in mano. Un vantaggio legato al fatto di avere la vetta sottile e flessibile, poco evidente se non si conosce il problema, ma importantissimo, direi fondamentale, si ha nei fusti che devono essere utilizzati con lenza madre in trecciato, sia con terminale corto che in con l’uso del top shot (inteso come shock leader in nylon più o meno lungo interposto fra trecciato e terminale). Il trecciato ha infatti caratteristiche di resistenza a trazione eccezionali, ma è poco resistente all’usura; quando capita (e capita, anche se si cerca di evitare) di impuntarsi con un pesce sulla verticale col filo che lavora avanti e indietro su pochi centimetri, se la vetta della canna non flette abbastanza da seguire con la sua curva, il filo, fino ad allinearsi con lo stesso, l’angolo che il filo stesso forma con l’apicale è molto acuto e determina una notevole usura supplementare sul trecciato, che magari può portare ad un danno invisibile, che prima o poi può determinare la rottura inaspettata del trecciato. Vette sottili sono importanti, anzi determinanti anche nelle canne da vertical jigging o da inchiku, dove la flessione della vetta della canna è indispensabile per un corretto movimento delle esche. Pur essendo nato come sistema di montaggio per le canne da traina con l’affondatore a palla di cannone, lo spiral wrapping diventa veramente importante per il confort nella jerkata nel vertical jigging. In queste tecniche la canna si utilizza quasi sempre sotto il braccio, per cui non si può usufruire della azione stabilizzante della crocera. Quando si da il colpo di manovella, essendo questa disassata rispetto alla canna, si induce una rotazione intorno all’asse stesso del manico, che va ad essere accentuata da quella indotta dagli anelli sul dorso. Con il filo che gira sotto nel montaggio a spirale, invece, gli anelli stessi esercitano una azione stabilizzante opponendosi alla rotazione indotta dalla manovella, non solo, ma se la rotazione del filo avviene dalla parte opposta a quella della manovella, la leggera coppia torcente opposta a quella della manovella tenda ad equilibrarla ancora di più. Il risultato che potremo verificare è di una sorprendente stabilità della canna durante la jerkata, rispetto alla stessa montata con anelli sopra. Con un particolare accorgimento del montaggio del prima anello, poi, è possibile costringere l’avvolgimento del filo al centro del mulinello; questo fatto è molto vantaggioso a vertical jigging dove la mano della canna è impegnata nella jerkata e non possiamo usare il pollice per guidare il filo come quando peschiamo a traina o a drifting. Con questo montaggio particolare non siamo neanche costretti ad utilizzare mulinelli a bobina stretta come con le canne da vertical montate a casting con anelli sul dorso. In conclusione qualcuno porrà il quesito se col montaggio a spirale si hanno solo vantaggi; la risposta secondo me, dal punto di vista tecnico e operativo in pesca è affermativa. Gli unici difetti possono essere di natura estetica per l’occhio di certi pescatori tradizionalisti ma, soprattutto il fatto che è un tipo di montaggio quasi esclusivamente adatto alle canne artigianali, in quanto l’allineamento ed il set up degli anelli è un lavoro lungo, di precisione, di pazienza, difficile da realizzare in grande serie.